Poesia sul viaggio

Desidero partire: non verso le Indie impossibili o verso le grandi isole a Sud di tutto, ma verso un luogo qualsiasi, villaggio o eremo, che possegga la virtù di non essere questo luogo.
Non voglio più vedere questi volti, queste abitudini e questi giorni.
(Fernando Pessoa)

sabato 7 aprile 2018

Introduzione al viaggio

Dopo 5 lunghi anni da studentessa, mi sento vicina al traguardo di un lungo percorso ricco di sfide, pieno zeppo di momenti divertenti e di scoperte: è arrivato il momento di mostrare la mia maturità. Questo lungo percorso, influenzato dalla materia principale dell’indirizzo scolastico, mi ha spinto a trattare in quest’ultima mia prova il tema del viaggio.
Il viaggio voi lo vedete come un modo per evadere o per ricercare qualcosa? Ognuno di noi conosce la risposta, ma i motivi che ci spingono a viaggiare possono anche essere entrambi, non credete?
Ma prima di iniziare questo lungo percorso, cos’è il viaggio?
Questo termine deriva del latino “viaticum”, che indica l’occorrente per mettersi in viaggio. Perciò, seguendo l’etimologia del termine, il viaggio si trasforma in una necessità, anche se non sempre è stato visto sotto questo significato. Potremmo analizzarlo dal punto di vista delle diverse materie. In letteratura, ad esempio, abbiamo visto e rivisto che il viaggio viene visto come occasione di crescita per il protagonista, sia dal punto di vista fisico che morale. Domandandomi se il senso stesso del viaggio, come suggerisce l’etimologia della parola, sia solo nel raggiungimento di un risultato o di un approdo finale, mi sono risposta che non sempre è così, anzi, secondo la mia personale opinione, l’obiettivo finale non è nulla se non vengono considerati i piccoli passi e le conquiste che ci avvicinano ad esso. Il viaggio, infatti, ha molteplici significati, tutti personali. Può sembrare essere legato alla ricerca del proprio io, quella identità che spesso perdiamo e siamo ansiosi di ritrovare, di riscoprire o che, addirittura, vorremmo cambiare. Ma può essere anche visto come un semplice spostamento fisico effettuato per varie ragioni (scuola, lavoro ecc). La meta assume un’importanza a dir poco vitale quando l’uomo si mette in cammino verso la salvezza: è il viaggio non solo del cristiano o del religioso, ma anche dell’uomo che ha peccato contro gli altri, se stesso o contro la natura. Ho scelto quindi di analizzare il viaggio, non solo quello fisico, ma anche quello interiore, il viaggio di espiazione che porta l’uomo che si è macchiato di un peccato o che semplicemente vuole fuggire dalla realtà, alla ricerca di quelle mete che garantiscono, per così dire, la pace interiore.